Bruxelles ormai è familiare. Percorro con sicurezza le stradine che attraversano St.Jacques – il nostro quartiere – e girello per la città con l’aiuto della metro. Io e Priscy abbiamo già trovato il nostro posto preferito. La sera, quando più spesso appare un po’ di sole, ci piace ritagliarci qualche minuto romantico sulle scalinate del Mont Des Arts – da dove si può osservare un delizioso skyline di Bruxelles. Prendiamo un Tall Cappuccino nell’unico Starbucks della città e lo sorseggiamo mentre chiacchieriamo delle nostre giornate.
Sabato mattina decidiamo di partire alla volta di Anversa, in compagnia di Marco e Theo. Una colazione lampo da Paul, un treno puntuale e trenta minuti dopo, siamo in città. Osserviamo la preziosa ed elegante stazione con decorazioni dorate e ci addentriamo in centro – seguendo Marco che sembra aver scandagliato nel dettaglio la google Map di Anversa conoscendola quasi a menadito.
Passeggiando noto, durante tutta la giornata, negozi a cui vorrei dedicare del tempo ma ricordo a me stesso che sono qui per scoprire Anversa e non per fare shopping. Così visitiamo la Rubens House, studio e abitazione del famoso pittore fiammingo dove sono ancora conservate le sue opere e alcuni oggetti. Lo studiò, piccolo ed elegante, è delizioso e munito di un ampio giardino che l’ artista immortalava sovente nei suoi dipinti. La guida ci consiglia di visitare la Grote Markt, la ricca chiesa di Sint Carolus Borromeuskerk dove sono conservati numerosi dipinti di Pieter Paul Rubens e dopo un pranzetto lampo nell’economico McDonalds attraversiamo KloosterStraat – la via boho-chic degli antiquari – e camminiamo lungo le rive dello Schelda per raggiungere l’edificio tondeggiante, essenziale e futuristico del MuHKA, il museo d’arte contemporanea Cittadino. Ad attenderci troviamo i lavori di Jimmie Durham, artista e saggista americano che interpreta l’anti-architettura dando nuove forme ad oggetti comuni, si dedica all’arte figurativa e ricerca l’essenza della vita e della morte mischiando i due elementi.
Una volta usciti percorriamo NationalStraat per trovare l’elegante Flat-Iron che ospita la Boutique di Dries Van Noten, al di là delle mie aspettative i costi non sono così inferiori alla norma, quindi io e Priscy ci fermiamo al MoMu (Mode Museum) dove troviamo Living Fashion, una retrospettiva di abiti da giorno del 1750 al 1950 della prestigiosa collezione Jacoba De Jonge. Faccio ricorso alla mia scadente memoria e a quelle interminabili appunti di Storia della Moda presi in tutta fretta, per raccontare a Priscy qualche dettaglio sul costume del tempo. Nordica e francese allo stesso tempo, Anversa conserva quel’ atmosfera retrò e gotica che la distingue – se pur non tantissimo – da Bruxelles. Le minute stradine sono costellate di piccoli negozi e caffè. I tetti degli edifici sono acuminati come punte di spilli e il cielo grigiastro conferisce alla città un’aria cupa e affascinante.
Il tempo che fino a poche ore prima era piuttosto nuvoloso, sembra esplodere in un ondata di sole. Così ci godiamo ancora una passeggiata ed un Waffel nel centro della città. Riesco a fare un salto in qualche negozio per curiosare ma prima che scocchi il rintocco delle sei – come fossimo cenerentola – corriamo al treno per tornare a Bruxelles. La nostra nuova casa.
